Shiva

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Asriel Dreemurr
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    L'induismo ha 330 milioni di divinità e il praticante può scegliere se,adorare una sola divinità o seguire il monoteismo di Vishu e di Shiva(shivaismo)...nell'induismo ci sono numerosi eroi come il principe Ravana...in questo topic volevo concentrarmi sul dio Shiva che fa parte della trimurti(per capirci la "trinità" indù) composta dagli dei Brahma(dio creatore),Vishnu(dio sostenitore dell'universo) e Shiva(dio della distruzione) al dio Shiva il termine "distruttore" non bisogna dare una connotazione negativa...

    Shiva

    shiva

    Shiva ha numerosi nomi e simboli questi sono alcuni dei suoi nomi:

    Aghora, il Non terrifico.
    Appellativo adoperato in alcune invocazioni per blandire e propiziarsi l'aspetto terribile o distruttore del dio.

    Bhairava, il Terribile, o anche il Tremendo.
    È l'aspetto più spaventoso di Śiva, quello che prova piacere nell'uccidere. Ma il termine bhairava ricompare anche in un aspetto di Śiva proprio di alcune tradizioni tantriche, e corrisponde allo slancio mistico, al furore che accompagna la realizzazione.

    Bhīma, il Formidabile.
    Nel Liṅga Purāṇa Bhīma rappresenta l'etere, fonte di ogni esistenza.

    Bhūtamat, il Signore degli elementi.
    Gli elementi sono le forze invisibili della natura, e infatti nella tarda mitologia Bhūtamat diventa anche Signore dei fantasmi. Bhūtamat è anche l'essere fisico o corpo di nutrimento (vān-maya-mūrti)

    Chanda, il Furioso.

    Chandraśekhara, il Coronato di luna.
    La luna, attributo di molte raffigurazioni del dio, è una luna al quinto giorno; e nel quinto giorno del mese lunare è uso venerare o festeggiare Śiva. 5 è il numero di Śiva, e il pentagono il suo poligono. La luna simboleggia anche la coppa che contiene il soma, la bevanda sacra di cui si parla nei Veda(libri sacri dell'induismo).

    Girīśa, il Signore delle montagne.

    Hara, il Distruttore.

    Īśāna, il Sovrano.

    Jatādhara, dai Capelli arruffati.

    Kāmaśvara, il Signore del desiderio.
    Narrano alcuni miti della creazione che il Desiderio fu ciò che per primo si manifestò. La mente cerca di trasformare in parole le idee, e questo già è desiderio: il Signore del Desiderio è l'immagine dell'essere mentale (mano-maya-mūrti).

    Kapālamalin, dalla Collana di teschi.
    In alcune rappresentazioni il dio indossa una collana composta di teschi umani: quest'ornamento rammenta il suo aspetto distruttore.

    Mahābaleśvara, il Grande Signore della forza.
    Mahādeva, il Grande Dio.
    Molti sono i miti che descrivono Śiva superiore agli altri dèi.

    Mahākala, il Grande tempo, nel senso di Conquistatore del tempo, e in senso figurato: il Gran distruttore.
    Se nulla mutasse nel mondo sensibile, non sarebbe possibile percepire il tempo, e il tempo prima o poi distrugge ogni cosa: la vita si alimenta con la morte, e la morte è vita che si dissolve: Śiva, in quanto distruttore, è dunque anche padrone del tempo. Mahākala è anche il tempo oltre il tempo, il tempo senza divisioni che esisteva prima del tempo che ora possiamo sperimentare

    Mahāyogin, il Grande yogin.
    Lo Yoga, inteso come disciplina, ha come fine la realizzazione spirituale: tacitando la mente e i sensi, lo yogin scopre il proprio Sé. Śiva diventa quindi l'esempio primo per lo yogin in meditazione: è in tal senso che il Dio è definito Grande Yogin, o anche Signore dello Yoga (Yogiśvara) (vedi anche oltre). Dagli Śivasūtra leggiamo: «Diventa simile a Śiva».

    Maheśvara, il Grande Signore.
    Questo appellativo è adoperato nei Purāṇa e nelle Upaniṣad nel senso di Divinità della conoscenza trascendente, o di Signore del sapere.

    « Questa divinità è di per sé più vasta di tutto il posto che occupa l'universo. Per tale ragione i saggi lo denominano il Grande Signore. »

    Mṛtyuṃjaya , il Vincitore sulla morte.
    Oltre il significato apparente (Śiva è immortale), c'è un significato allegorico correlato con l'aspetto Mahāyogin: lo yogin che ha raggiunto il punto più elevato della meditazione, si trova perennemente immerso in uno stato di beatitudine.

    Naṭarāja, il Signore della danza.

    Nīlakaṇṭha (o anche Nīlagrīva), dal Collo azzurro.
    Con la creazione del mondo furono diffusi nettare e veleno, ma Śiva ingoiò quel veleno per proteggere il creato. Il veleno restò bloccato nella sua gola, per questo motivo il suo collo divenne di colore azzurro.

    Shiva ha anche attributi e simboli:

    Gli attributi

    « La luna gli fa da corona, il terzo occhio gli orna la fronte, i serpenti diventano gli anelli arricchiti di gioielli delle orecchie. I serpenti che circondano le altre parti del corpo diventano ornamenti incrostati di pietre preziose. La cenere di cui è cosparso il suo corpo diventa un unguento prezioso. La pelle d'elefante sembra una delicata stoffa di seta. La sua bellezza è indescrivibile. Egli sembra possedere tutte le ricchezze. »

    Il colore della pelle
    La pelle di Śiva è di un bianco brillante, al contrario di Viṣṇu che è invece scuro di pelle. Secondo il pandit Giridhara Śarmā Chaturvedi, Śiva è bianco perché il bianco è tutti i colori in un insieme indifferenziato.

    I capelli
    Caratteristica pressoché costante nelle raffigurazioni di Śiva sono i capelli arruffati e raccolti in una crocchia sulla testa. Essi rappresentano Vāyu, dio del vento.

    I tre occhi
    Śiva tra le sopracciglia possiede il terzo occhio, l'occhio della saggezza e dell'onniscienza in grado di vedere al di là della comune visione.

    Un episodio del Mahābhārata narra che una volta Pārvāti, la bella figlia della montagna, arrivò dietro Śiva e per gioco gli bendò gli occhi: il mondo si oscurò del tutto e la vita si sospese. Fu così che nella fronte di Dio apparve il terzo occhio e l'oscurità sparì. Il terzo occhio è, quindi, anche l'occhio della trascendenza, e in quanto tale è rivolto verso l'interno. Ma quest'occhio è anche quello con cui Śiva annienta periodicamente l'universo. Ed è con questo occhio che Egli ridusse in cenere Kāma, dio dell'erotismo, o incenerì una delle cinque teste di Brahmā. I tre occhi rappresentano le tre sorgenti di luce nel cosmo: il sole, la luna, il fuoco. Con questi tre occhi Śiva vede passato, presente e futuro.

    Il tridente
    Con una mano Śiva regge il triṣūla, un'arma molto simile al tridente, nel quale i rebbi laterali sono incurvati e in genere il rebbio centrale è di lunghezza maggiore. Come simbolo può avere varie interpretazioni. Le tre punte rappresentano i tre guṇa, le tre tendenze fondamentali che agiscono di continuo nel cosmo: la tendenza aggregante (sattva), la disintegrante (tamas) e quella equilibratrice (rajas), e quindi le tre funzioni di Dio: preservatrice, distruttrice e creatrice.

    Il serpente
    Attorno al collo Śiva porta un serpente, così come alle volte un serpente è raffigurato arrotolato attorno al liṅga. Il serpente è simbolo dell'energia latente presente nell'individuo, la kuṇḍalinī, immaginata arrotolata alla base della colonna vertebrale, fonte di potenza sessuale e mentale.

    Il Gange
    In molte raffigurazioni Śiva è mostrato mentre dai suoi capelli intricati (jatā), o da un volto nella sua chioma raccolta, sgorga un gettito che dà luogo a un corso d'acqua: è il Gange, fiume sacro nei culti hindu, le cui acque, che vengono dunque dal dio, hanno un effetto purificatore. Nel terzo libro del Mahābhārata si narra di come Egli abbia salvato la terra, frenando con la propria testa l'impatto del fiume che è considerato discendere dal cielo: è questo il motivo della raffigurazione classica del Dio col fiume che gli sgorga dal capo.

    Le pelli di animale
    Usualmente Śiva è raffigurato portare con sé pelli di animali, quali la tigre, l'elefante o anche il leone, l'antilope nera. La tigre è, simbolicamente, il veicolo col quale l'energia si manifesta nella Natura: Śiva non è influenzabile da questo potere: questo è il significato della pelle dell'animale mostrato come trofeo.

    Le ceneri sacre
    Quando Śiva annienta l'universo, sono solo ceneri quelle che gli restano intorno, con queste ceneri egli si copre il corpo. L'operazione di cospargersi il corpo o parti di questo con ceneri sacre (vibhūti) è un'operazione rituale dei devoti a Śiva. Spesso quest'operazione è ridotta simbolicamente a tracciare tre linee orizzontali (tripundra) sulla fronte con ceneri o polveri. Śiva stesso è alle volte raffigurato con sulla fronte il tripundra.

    Il crescente di luna
    Sulla fronte Śiva porta un crescente di luna, raffigurante la luna del quinto giorno (panchami). Esso rappresenta il potere del soma, l'offerta sacrificale di cui si parla nei Veda, ad indicare che egli possiede sia il potere di procreazione, sia quello di distruzione. La luna è anche simbolo della misurazione del tempo; il crescente dunque simboleggia il controllo di Śiva sul tempo.

    Il tamburo
    In una mano Śiva tiene il tamburo (ḍamaru), origine della parola universale ॐ (AUM), ovvero la fonte di tutte le lingue e di tutte le espressioni, nonché simbolo del suono stesso e della creazione. Il tamburo ha forma di clessidra, ricorda la forma di due triangoli con le punte in contatto, estremo che rappresenta il bindu, quel punto limite che nella cosmologia induista è l'origine dei ritmi del cosmo.

    Vi è anche un particolare episodio mitologico in cui Shiva dimostra di essere superiore a Brahma(dio creatore) e Vishnu(dio sostenitore dell'universo)...

    La supremazia su Brahmā e Viṣṇu:

    Un mito riportato in più di un Purāṇa narra che un giorno Brahmā e Viṣṇu stessero discutendo su chi di loro due fosse il più grande. In quell'istante si materializzò una colonna di fuoco, e una voce misteriosa annunciò che il più grande di loro due sarebbe stato colui che, per primo, avesse trovato la fine della colonna stessa. Brahmā assunse la forma di un'oca selvatica e spiccò il volo con lo scopo di trovare la sommità, mentre Viṣṇu, sotto forma di cinghiale, prese a scavare per trovarne la base. Cercarono a lungo e avanzarono molto, ognuno nella rispettiva direzione; tuttavia, per quanto si sforzassero, la colonna appariva senza fine. Allora Śiva, cui apparteneva la voce misteriosa, si fece riconoscere: Viṣṇu ammise la propria incapacità, Brahmā invece sostenne d'essere riuscito a raggiungere la fine della colonna: per questa menzogna fu da Śiva condannato a non avere fedeli.

    Spero sia interessante,namaste(pace a voi)...

    EDIT:

    Shiva è anche colui che raggiunse il samadhi...
     
    Top
    .
  2.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    .:Presenza:.

    Group
    Administrator
    Posts
    4,351

    Status
    Offline
    Altro approfondimento sul Trishula.
     
    Top
    .
  3. Asriel Dreemurr
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Grazie,non l'ho messo apposta il Trishula perché sapevo già che c'è un topic apposito...grazie comunque
     
    Top
    .
2 replies since 28/6/2016, 18:48   146 views
  Share  
.