Lattuga Serriola

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  1. selena.
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    wildlettuce




    Famiglia delle Asteraceae, Il nome del genere si fa derivare dal latino lac, lactis, ovvero latte, per via del lattice bianco che la pianta secerne dalle foglie e dai fusti in caso di rotture o incisioni. Il termine scariola è uno degli antichi nomi con cui veniva chiamata la cicoria, sinonimi: Lactuca scariola L.

    Nomi comuni in Italiano: La pianta è comunemente conosciuta con i nomi di lattuga selvatica o lattuga scarola. Si usa anche semplicemente il termine di scarola o di erba bussola. Non mancano altri nomi e, considerata la sua diffusione, molti sono i termini dialettali.

    Quest'erba, giudicata in passato come l' oppio dei poveri, era largamente utilizzata come blando sedativo dalle proprietà ipnotiche e rilassanti, soprattutto attraverso il suo estratto, o come tintura.

    L' erba in questione è una variante della classica lattuga, definita "lactuca sativa", e si presenta sotto tre forme differenti:

    Lactuca Virosa
    Lactuca Canadensis
    Lactuca Serriola

    I loro effetti sono noti sin dall'antico Egitto: era la pianta associata alla dea della fertilità Min, ed era utilizzata sia a scopo sedativo che come afrodisiaco, estraendone il lattice biancastro che sgorga spontaneamente dopo aver praticato delle incisioni sul suo fusto.

    L' erba era nota anche ai Romani ed ai Greci: attorno al 430 a.C., Ippocrate ne descrive le proprietà sedative, associando i suoi effetti al ben più raro, potente e costoso oppio. Spostandoci a Roma, Dioscoride Pedanio, naturalista e chirurgo spesso al seguito di campagne militari di Nerone attorno al primo secolo avanti Cristo, descrive le immagini ed i sogni indotti dall' utilizzo del lattice di lattuga velenosa.
    Plinio il Vecchio fa lo stesso, soffermandosi particolarmente sulle proprietà afrodisiache della pianta nella sua Naturalis Historia, descrivendola in questo modo : "provoca sonnolenza, può raffreddare gli appetiti sessuali, purgare lo stomaco ed aumentare il volume del sangue".
    Per arrivare poi ad Augusto, che fece erigere una statua in onore dell'infusione della lattuga selvatica, dichiarando che gli avesse salvato la vita.

    Saltando più avanti nel tempo, la lactuca serriola venne impiegata fino al XIX secolo come sostituto dell' oppio, e studiata con cura dal Concilio della Società Farmaceutica della Gran Bretagna nel 1911], scoprendo le sostanze responsabili degli effetti psicoattivi di questa pianta: la lactucopicrina e la lactucina. Negi anni '70, venne utilizzaa in ambiente hippy come sostituto della marijuana e degli oppiacei.

    La lattuga selvatica ha un duplice effetto, che varia in base alla dose assunta: fino ad un grammo di principio attivo, agisce come soppressore del dolore e calmante; a dosi più elevate, iniziano a fare effetto le sostanze simil-alcaloidi della pianta, inducendo stati di euforia e rilassatezza, simili per certi versi alla marijuana o all' oppio.

    Non porta assuefazione, anche se la si consuma in grandi quantità, e non provoca overdose, anche se il consumo eccessivo può portare ad effetti collaterali sgradevoli.

    Ma come veniva utilizzata questa pianta? Ci sono diverse metodologie per somministrare la lattuga selvatica:

    Infusi e tisane prodotti dalle foglie, soprattutto quelle esterne, che pare contengano più lattice.

    Essiccazione delle foglie ed loro utilizzo in una mistura da fumare, come usavano gli Hopi.

    Estrazione del lattice.

    I primi due metodi di utilizzo sono abbastanza semplici, e non richiedono spiegazioni. Per quanto riguarda invece l'estrazione del lattice, si può procedere in due modi differenti:

    Estrazione del lattice dalla pianta viva: tramite questa procedura, semplice e collaudata per l'estrazione di molti altri tipi di lattice, è possibile preservare la pianta integra per un successivo riutilizzo. Si tratta di incidere il fusto con un oggetto tagliente, e di raccogliere il lattice biancastro che fuoriesce dalla pianta nel corso di ore, ponendo un contenitore sotto l'incisione, utilizzando la stessa procedura dell'estrazione del caucciù.

    Estrazione del lattice per immersione: questa procedura richiede l'estirpazione ella pianta intera, che verrà messa in acqua per almeno 24 ore. La lactucopicrina e la lactucina, infatti, sono quasi totalmente solubili in acqua, il che consente di ottenere un "infuso a freddo" di acqua e principi attivi. Una volta che l'acqua sarà diventata marrone scuro, occorrerà filtrare il liquido dalle parti macerate della pianta, e lasciare evaporare fino ad ottenere una polvere marrone lucente, il lattice, esposto all'aria, assume una colorazione bruno-scuro.
    E' possibile forzare l'evaporazione con l'ebollizione, ma si corre il rischio di far deteriorare i cristalli di lattice, se sottoposti a fiamma viva o a temperatura eccessiva.
     
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  2. katia66
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    Sei una enciclopedia ambulante, grazie.
     
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  3. •LücertølãRøsså•
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    Un paio di anni fa mi feci un giro per la città, e raccolsi il lattice tagliando le piante con l'unghia: una volta che fuoriusciva e si seccava (ha un aspetto bianco viscoso) lo raccoglievo con un bastoncino e lo riponevo in un contenitore.

    Ne raccolsi una piccola quantità, giusto per tentare un'assunzione per via orale fumata. Le sensazioni erano di un leggero calore sulle tempie, i muscoli si sono rilassati e distesi per un paio di minuti.

    Mi ricorda molto vagamente la cannabis, ma con tratti più sul CBD (la componente ansiolitica) che sul THC (componente psichedelico-ansiogeno).

    Personalmente la ritengo una pianta di tutto rispetto, ma viste le quantità di lactucario (lattice) necessarie per ottenere qualcosa di concreto, lasciai perdere con la raccolta e l'utilizzo anni fa.
     
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2 replies since 19/3/2016, 16:32   220 views
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